Le caldaie a biomassa possono funzionare a legna, a pellet e a cippato. Nel settore del riscaldamento “Privato”, le prime due tipologie di combustibile sono le più diffuse per la maggiore semplicità di reperimento.
Le caldaie a legna offrono:
• sicurezza ed affidabilità tecnologica;
• ottime prestazioni di riscaldamento;
• contenimento dei costi di approvvigionamento della legna.
Le caldaie a pellet offrono:
• sicurezza ed affidabilità tecnologica;
• garantiscono il massimo dell’autonomia: al serbatoio del pellet a bordo, possono essere collegati serbatoi aggiuntivi esterni, silos di grandi dimensioni, caricati anche a domicilio tramite autobotte.
• praticità d’uso grazie agli automatismi di caricamento, combustione e gestione del calore prodotto, è possibile programmare il riscaldamento secondo le proprie esigenze. Queste caldaie grazie alla combustone del legno/pellet producono acqua calda per:
• alimentare il sistema di riscaldamento della casa (termosifoni e/o i pannelli radianti a pavimento);
• produrre acqua calda sanitaria per i bagni e per la cucina.
Le caldaie a biomassa, oltre ad essere installate in impianti di riscaldamento nuovi, possono essere facilmente collegate anche ad impianti esistenti e lavorare in affiancamento ai pannelli solari. L’acqua calda prodotta può essere accumulata in appositi bollitori per essere sempre disponibile alla temperatura desiderata.
Le caldaie a biomassa possono coesistere in impianti integrati con la caldaia a gas.
Per chi deve sostituire la caldaia ricordiamo che, oltre all’eco bonus del 65% per la riqualificazione energetica, esiste la possibilità di ottenere degli incentivi fiscali del 50% sul risparmio energetico. Le due agevolazioni non sono cumulabili.
Con il termine “ecobonus” si intende l’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione fiscale del 65% dall’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’IRES (Imposta sul reddito delle società) che viene concessa per interventi che aumentano l’efficienza energetica in edifici già esistenti. Si tratta quindi di una detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) in misura pari al 65 per cento, entro un limite massimo di spesa che è differente a seconda del tipo di intervento di riqualificazione energetica eseguito. Per quanto riguarda le caldaie, per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale o per l’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, l’importo massimo detraibile è di 30.000 euro. Con la dicitura “lavori di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale” si fa riferimento alla sostituzione (che può essere parziale o integrale) di impianti di climatizzazione invernale già esistenti con nuovi impianti dotati di caldaie a biomassa.
Per poter usufruire dell’eco-bonus bisogna ottenere l’asseverazione di un tecnico abilitato, il quale dimostri che tutti i requisiti sono stati rispettati e che trasmetta all’ENEA la scheda degli interventi realizzati. In quanti anni si detrae? La detrazione fiscale viene spalmata su 10 anni, quindi l’importo totale va diviso in 10 rate di uguale importo, che andranno scaricate in dieci anni tramite la dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico).
Si ricorda che per usufruire degli incentivi fa fede solo la data del bonifico bancario o postale con la legge specifica applicata sulla fattura d’acquisto, non la data della fattura.